La chiesa, nota come “Le Sette Marie” nella devozione popolare pratolana, è sorta intorno ad un’edicola più antica; oltre a un importante ciclo di affreschi, custodisce un gruppo scultoreo in terracotta del Cinquecento raffigurante il compianto di Cristo, attribuito allo stesso autore di quello dell’eremo di S. Venanzio nella vicina Raiano.
La scoperta del compianto sito nella cappella nota con il nome delle "Sette Marie", risale al sec. XIX.
Dopo una visita del delegato diocesano nell’anno 1836. Ad occuparsene scientificamente fu per primo Antonio De Nino archeologo, letterale, architetto nonché storico, nel 1897, successivamente nel 1899 e nel 1904 dove decise d’inserirlo nel "Sommario dei monumenti e degli Oggetti d’arte".
Il gruppo plastico in arte fittile è composto da quindici figure, disposte su quattro file: in primissimo piano il Cristo deposto sul sudario affiancato dal lato destro un personaggio simile a quello posto dietro, ma ambedue riccamente abbigliati.
Al centro, subito dietro al Cristo vi sono la Madonna, le tre dolenti: Maria di Salomone e Maria di Cleopatra, alle sue spalle la terza Maria visibile parzialmente.
Dietro vi sono poste altre due statue d’impiego donne. Ai lati ci sono Giovanni Evangelista a sinistra e Maria Maddalena a destra.
In fondo, alla parete, si scorgono altri quattro personaggi.
Concludono quattro angeli sospesi sul fondo del nicchione.
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